E’ stata inaugurata oggi la nuova sede temporanea degli uffici comunali di Camerino nel ‘cratere’ sismico maceratese: sorge nell’ex area di protezione civile, nel quartiere Vallicelle e occupa una superficie di 2.700 metri quadrati, su due piani che ospitano tutti gli uffici comunali precedentemente dislocati in tre differenti edifici. L’intervento è stato finanziato con 2,2 milioni di euro della stessa protezione civile nazionale. Dal 27 ottobre la struttura sarà pienamente operativa. Rimarrà a disposizione dei cittadini anche dopo la ricostruzione della sede comunale definitiva. La nuova struttura provvisoria garantirà un importante risparmio di risorse: il Comune non dovrà più affrontare le spese di affitto degli uffici. Al piano terra ci saranno gli affari generali, il settore finanziario e la polizia locale. Al piano superiore l’ufficio del sindaco e del segretario comunale, la segreteria, l’urbanistica, la ricostruzione privata e i lavori pubblici. Alla cerimonia in via Conti di Statte hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il capo dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio, il sindaco di Camerino Roberto Lucarelli, il presidente della provincia di Macerata e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli. “Poter restituire, anche se in maniera provvisoria, una sede al Comune, è il risultato di una ricostruzione tanto difficile ma che sta lentamente progredendo – ha detto Acquaroli intervenendo alla cerimonia -. Una ricostruzione che deve proiettarci definitivamente oltre la fase dell’emergenza, per ricostruire, in maniera più appropriata, non solo le mura e le infrastrutture, ma anche l’economia e il futuro. Per fare questo non occorrono solo le risorse, che sono fondamentali, ma anche il coinvolgimento della popolazione e la certezza delle prospettive di sviluppo, possibili solo con una legislazione mirata per questi territori fragili che consenta e favorisca lo sviluppo delle nostre aree interne”. La ricostruzione, ha riferito il presidente delle Marche, “sta procedendo nonostante tutte le difficoltà imposte dal rincaro dei prezzi e della speculazione. Sia la ricostruzione privata che pubblica sono arrivate a un punto che dovrebbe vedere l’accelerazione definitiva nel 2023. Certo, sei anni sono tanti, ma il grado di distruzione è stato talmente importante che ha dovuto confrontarsi con un sistema burocratico inadeguato a programmare una fase post emergenziale degli eventi. Occorre cambiare l’approccio legislativo perché territori come questi, che hanno bisogno di una manutenzione ordinaria molto ampia, devono avere una legislazione che consenta un’operatività semplificata”.