Chi non ha mai amato un’infermiera?, bufera sull’assessore Saltamartini: Pd ne chiede le dimissioni

ANCONA – “Dichiarare davanti all’Ordine professionale degli infermieri di Ancona: ‘quale uomo non ha amato un’infermiera?’ Non ha fatto ridere nessuno. Si tratta di uno dei peggiori stereotipi sessisti”.
La deputata dem Irene Manzi, componente della segreteria nazionale dem, va all’attacco dell’assessore regionale alla Sanità delle Marche Filippo Saltamartini per una frase pronunciata durante un convegno dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Ancona.
“Si rimane sempre più basiti di fronte alle uscite di alcuni componenti della giunta Acquaroli. Per l’ennesima volta l’assessore Saltamartini pronuncia frasi di pessimo gusto intrise di sessismo, mettendo in imbarazzo la platea che lo ascolta”.
A darle man forte la segretaria regionale del Pd Marche Chantal Bomprezzi e i cinque segretari provinciali dem chiedono le “scuse all’intera comunità marchigiana” dall’assessore regionale alla Sanità e vice presidente: “Saltamartini chieda scusa a tutte le donne, alle operatrici sanitarie, in particolare alle infermiere, ma alla comunità marchigiana tutta. – attaccano i dem – Il presidente Acquaroli gli revochi immediatamente la delega di vicepresidente. È questo quello che chiediamo unitariamente come primo Partito di opposizione nella Regione Marche”.
“Purtroppo non siamo stupiti, – proseguono – Saltamartini non fa altro che scrivere un’altra pagina di un governo regionale tristemente ideologico, retrogrado e sessista per il quale la figura femminile non è altro che ‘strumento’ per mansioni familiari o ‘oggetto’ di pulsioni che riportano indietro di secoli”. “A tutte le lavoratrici va la nostra vicinanza e solidarietà. Come Partito Democratico, a tutti i livelli, – concludono i dem – ci mettiamo a disposizione per tutte le iniziative che si vorranno intraprendere per fermare questo governo di destra che non ha rispetto delle marchigiane, non sta mantenendo le promesse ma anzi sta scrivendo una pagina buia sulla sanità regionale. La comunità marchigiana merita qualcosa di diverso e molto, molto di più”.