Abruzzo maglia nera per impiego e spesa dei Fondi Ue e Pnrr, l’accusa arriva dal gruppo Pd in Regione, sulla scorta dei dati Mef, del bollettino di monitoraggio delle politiche di coesione del ministero. Per quella che, dicono i Democratici vede un rallentamento sui fondi strutturali Fesr Fse, che vede l’Abruzzo negli ultimi posti anche in termini di capacità di spesa, con 420 milioni di euro ancora da spendere e pagare. “Intanto una valutazione – dice il capogruppo dei democratici in Regione Abruzzo Silvio Paolucci – la giunta Marsilio ha fallito sui fondi strutturali e anche sugli annunci per le risorse idriche, siamo quindicesimi, diciasettesimi, diciottesimi per quantità della spesa, abbiamo speso poco e male, mancano ancora all’appello 420mln di euro e peraltro li abbiamo utilizzati male, perchè tra virgolette utilizzati in modo più semplicistico, più facile, tramite il micro credito centrale per quanto riguarda le attività produttive senza istruire e promuovere progetti territoriali, appena 60 l’anno. Le altre risorse sono state utilizzate dalla cassa integrazione in deroga, pertanto non solo abbiamo speso molto meno di altre regioni, ma anche nel mondo più semplice possibile senza impattare con il settore davvero con il settore produttivo”. Bassa anche la qualità della spesa già effettuata sostiene il capogruppo del Pd Silvio Paolucci e Abruzzo terz’ultimo in Italia per avanzamento della spesa in agricoltura: “Ancora sulle risorse idriche e sull’agricoltura, stessa cosa, l’annuncio di 470 mln di euro di risorse, quante effettivamente sono arrivate davvero a bersagliare target e obiettivi in questa regione? Zero. Sia per quanto riguarda le risorse consegnate dalla precedente amministrazione. sia per quelle annunciata durante questa legislatura. Cosa si può fare, cosa si deve fare? Programmare. Perchè la programmazione è il grande assente di questa giunta regionale e per farlo occorre convocare attorno a un tavolo le associazioni di categoria, quelle appunto nel nostro settore produttivo di tutti i comparti e decidere insieme alla domanda come è meglio davvero portare avanti la programmazione di quei fondi, a pena appunto la restituzione da un lato o l’utilizzo negativo dall’altro.