Fondi Marche: in serata la sentenza, Pm ha chiesto 31 condanne: tra loro anche il sindaco Silvetti

ANCONA – È attesa in serata ad Ancona la sentenza nel processo per le cosiddette spese facili in Consiglio regionale Marche. La presidente del collegio penale del Tribunale di Ancona, Edi Ragaglia, ha dato appuntamento ad accusa e difese, a dopo le 18. Sarà una lunga camera di consiglio per una vicenda giudiziaria che va avanti da quasi dieci anni.
Questa mattina non ci sono state repliche alle arringhe difensive da parte del pm Ruggiero Dicuonzo. Il sostituto procuratore aveva già formulato nell’udienza del 20 giugno scorso le richieste di condanna per 31 dei 38 imputati rimasti a processo per peculato (inizialmente erano 55 ma per 16 posizioni è già intervenuta la prescrizione).
La vicenda è quella dei consiglieri regionali e addetti ai gruppi consiliari in carica tra il 2008 e il 2012 che avrebbero, stando alle accuse, utilizzato soldi pubblici per spese personali o per attività politica ma non strettamente attinenti a quelle dei Gruppi consiliari.
Nel mirino della finanza erano finiti costi per libri, pranzi, spostamenti, acquisti di occhiali, donazioni di beneficenza e altro.
L’accusa contesta spese indebite per circa 1,2 milioni di euro di fondi assegnati ai Gruppi. Per sette posizioni (oltre ai 31) il pm ha avanzato richieste tra assoluzioni e sopraggiunta prescrizione. Un 39/o imputato era uscito nel novembre scorso dal procedimento per sopraggiunta morte.
Tra le richieste di condanna quella (3 anni di carcere) per il neo sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, assolto dalle accuse in Corte dei Conti: l’accusa contesta spese indebiti per 5mila euro, riguardante contratti di collaborazione e convegni, tra il 2010 e il 2012, quando era consigliere regionale e capogruppo per Futuro e Libertà).
Tra le richieste di condanna, ci sono anche quelle per l’attuale presidente del Consiglio Regionale Dino Latini (3 anni), per l’attuale sindaco di Loreto Moreno Pieroni (2 anni e 10 mesi) e per il deputato della Lega Mirco Carloni (2 anni e 10 mesi).
Gli imputati sostengono che le spese erano relative al ruolo istituzionale ricoperto. Nel 2016 la gup di Ancona Francesca Zagoreo aveva prosciolto 55 imputati, rilevando in sostanza l’attinenza delle spese alle attività dei Gruppi, e rinviato a giudizio sei con contestazioni ridotte. Nel 2018 la Cassazione aveva annullato il verdetto, su ricorso della Procura, innescando la ripetizione del giudizio.
Queste le richieste avanzate dalla Procura che il tribunale collegiale penale di Ancona dovrà valutare: 3 anni per Adriano Cardogna, Sandro Donati, Paolo Eusebi, Dino Latini, Maura Malaspina, Enzo Marangoni, Erminio Marinelli, Francesco Massi Gentiloni, Giulio Natali, Mirco Ricci, Daniele Silvetti; 2 anni e 10 mesi per Luca Acacia Scarpetti, Raffaele Bucciarelli, Valeriano Camela, Mirco Carloni, Graziella Ciriaci, Elisabetta Foschi, Sara Giannini, Paola Giorgi, Marco Luchetti, Luca Marconi, Almerino Mezzolani, Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Paolo Perazzoli, Paolo Petrini, Moreno Pieroni, Angelo Sciapichetti, Umberto Trenta; 2 anni per Gianluca Busilacchi, Giancarlo D’Anna. E’ stata invece chiesta l’assoluzione per Fabio Badiali, Giuseppe Canducci, Massimo Di Furia, Enzo Giancarli, Giuseppe Pieroni, Gino Traversini. Prescrizione per Guido Castelli. Infine estinzione del reato per un imputato deceduto.