Il Tribunale di Ascoli Piceno con sentenza del 10 maggio scorso, depositata il 2 agosto, l’ha condannata a quattro anni e otto mesi di reclusione per appropriazione indebita in ragione del suo ufficio, ovvero di peculato continuato. Si tratta di una sentenza di primo grado, quindi non definitiva. Il magistrato ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici. In ragione della sentenza, il direttore generale Ast di Ascoli Piceno la dottoressa Nicoletta Natalini con determina del 3 agosto scorso ha sospeso dal servizio la dipendente per la durata massima di cinque anni. L’Ast di Ascoli ha inoltre stabilito di “corrispondere alla dipendente percepirà un’indennità alimentare pari al 50% dello stipendio tabellare, nonché gli assegni del nucleo famigliare e la retribuzione individuale di anzianità, ove spettanti” Nel documento istruttorio dell’organizzazione risorse umane diretta dal Dottor Massimo Esposito si legge inoltre che “la sospensione viene disposta per la durata massima di cinque anni, salvo che nel quinquennio intervenga sentenza di proscioglimento o di assoluzione anche non definitiva”.