Una ricerca dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre denuncia una situazione di grande preoccupazione rispetto alla presenza di giovani tra i 15 e i 35 anni nella nostra Provincia, in calo di 5.374 unità negli ultimi 10 anni, da 44.785 sino a 39.411.
“Un dato estremamente negativo, che ci deve preoccupare moltissimo rispetto al futuro del territorio” – commenta Daniele Lanni, Segretario Confederale della Cgil Ascoli Piceno – “Un calo che ahinoi potevamo immaginare, ma che vedere scritto nero su bianco ci impone una riflessione rispetto al futuro di questo territorio.”
“E’ evidente che un calo di queste dimensioni non può essere derubricato come una situazione “naturale”. – continua Lanni – Questo dato ci dice qualcosa di chiaro: la nostra provincia non è accogliente per i giovani under 35.
Non solo mancano le infrastrutture, ma soprattutto non c’è un mercato del lavoro adatto ad attrarre le professionalità dei più giovani, con particolare riferimento a chi se ne va per studiare ma poi sul territorio torna con grande difficoltà, perché la propria professionalità non viene valorizzata né in termini economici, né di possibilità di crescita professionale. Quel dato, per altro, non tiene conto dei tantissimi giovani che ancora hanno la residenza sul territorio, ma da anni esercitano la propria professionalità altrove. Per cui la situazione è ancora peggiore di quanto il dato ci mostra, e non possiamo nascondercelo.”
Conclude Lanni: “Non ci può stupire che, se i giovani sono spesso precari, sono spesso inquadrati a livelli contrattuali più bassi di ciò che sarebbe giusto, sono trattati spesso come l’ultima ruota del carro nel mercato del lavoro del territorio, decidano di cercare migliori impieghi e miglior futuro altrove, e questo noi non lo possiamo assolutamente permettere, per il futuro della nostra Provincia. Chiediamo alla Politica del territorio di ragionare insieme, perché i giovani del territorio trovino nel Piceno un luogo dove costruire un futuro stabile e appagante. Il futuro dei giovani che passa per l’abolizione della precarietà sarà, non a caso, uno dei temi centrali della mobilitazione generale che la CGIL sta mettendo in campo e ci porterà, intanto, alla mobilitazione del 7 Ottobre.”