Ad un anno della tragica scomparsa, le lavoratrici e i lavoratori della Betafence hanno reso omaggio a Tonino Fanesi, loro collega dal 1999 fino a settembre 2020.
Operaio metalmeccanico, poco dopo l’inizio della vertenza Betafence, quando ancora si paventava la delocalizzazione, spinto dalla necessità di lavorare per far fronte ai bisogni famigliari (padre di tre figli, unico a lavorare) decise di andare a trovare fortuna altrove, andando a lavorare alla vicina Metallurgica, dove, il 13 settembre dello scorso anno, trovò la morte, schiacciato da una macchina. Lo ricordano con dolore e rabbia, perché non si può morire sul lavoro. Nell’anno 2022, le morti sul lavoro in Abruzzo sono raddoppiate rispetto all’anno precedente, e solo nella nostra provincia si contano 7 morti, ricorda Natascia Innamorati della Fiom Cgil che commenta così: «Questo è inaccettabile. Gli operai della Betafance ricordano il loro collega Tonino, con dolore e rabbia, perché non si può morire lavorando e perché Tonino non resti un numero, ma il ricordo attraverso il quale si mettano in atto azioni dal territorio fino al governo centrale per garantire a tutte e tutti un lavoro sicuro e dignitoso».
Gli operai della Betafence attendono il tavolo del prossimo 28 settembre tra sindacati, Regione e proprietà per fare il punto della situazione. Si spera in un concreto piano industriale che possa ridare speranza alle maestranze. L’alternativa sarebbe la vendita dell’azienda.