SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In Riviera lui era il pugilato Aveva allenato decine e decine di giovani. A loro aveva trasmesso la passione per la nobile arte. Kabunda Kamanga (nella foto in alto, a destra), per tutti semplicemente Kaflot, è morto oggi pomeriggio all’età di 63 anni, dopo aver lottato contro una malattia.
L’ultimo saluto a Kabunda, che aveva guidato l’Accademia pugilistica sambenedettese, poi Kaflot King Boxe, giovedì alle 16 sul campo centrale del PalaSpeca.
“Ciao Maestro, in questo momento mi assolgono mille ricordi dentro quella palestra che noi tutti, tuoi allievi abbiamo amato (…), lezioni di vita che mai scorderò” ha scritto un suo allievo, Riccardo, sulla pagina Facebook di Kaflot.
“Un pugile, è un pugile sempre… anche nella vita (…). Mi sono innamorato del pugilato perché ero affascinato da te, che mentre ci allenavamo ti univi a noi e facevi uscire la polvere da quei sacchi vecchi e duri della Accademia pugilistica, che quando spiegavi un tecnica tutti stavamo li ammirando il tuo stile unico e inconfondibile alla Mohamed Ali con i pugni di Tyson (…)”.
“Hai innamorato e ispirato tantissime persone grazie al pugilato e alla tua grande passione. Sei stata una grande persona, per me il miglior allenatore mai avuto nella vita e nello sport” ha concluso l’allievo di Kabunda.