Senigallia – Ospedale penalizzato: “Siamo figli di un Dio minore”

SENIGALLIA – Ennesima protesta dei rappresentanti del Comitato difesa dell’ospedale di Senigallia, che tornano ad alzare la voce per la tutela del nosocomio cittadino.

Puntando sull’hashtag facciamocisentire, viene lamentata la scarsa considerazione per la salvaguardia della struttura medica.

“Siamo penalizzati – afferma il presidente del comitato cittadino difesa dell’ospedale di Senigallia, Silvano Cingolani Frulla – e ci sentiamo figli di un Dio minore, perché tra Senigallia, Jesi e Fabriano siamo quelli che abbiamo meno servizi e meno personale. Se viene data una struttura o una attrezzatura importante come la Tac, arriva prima Cingoli che Senigallia. Queste cose non sono giuste”.

Il Comitato, che ha organizzato un banchetto informativo per spiegare quelle che vengono considerate lacune da parte della politica, combatte dal 2017 una battaglia per le strutture ed il personale da adeguare alle esigenze della città, sottolineando che il personale medico e sanitario è insufficiente, con reparti senza una copertura adeguata, dove è prassi sottoporsi a lunghissime attese.

“Sono più di tre anni – aggiunge Mirella Mazzaferri del comitato cittadino difesa ospedale Senigallia – che sono stati stanziati soldi per il pronto soccorso ed ancora non si sa niente. Ho chiesto spiegazioni ad un assessore e mi ha risposto che stanno facendo il progetto. E mi domando: quanto tempo ci vuole per fare il progetto, visto che il nostro pronto soccorso è al collasso”.

“Da tempo – spiega Loretta Bucci, del comitato cittadino difesa ospedale Senigallia – ci sono problematiche irrisolte e che vediamo che in Regione alcuni percorsi vanno avanti, mentre il nostro è fermo. Noi cittadini siamo ancora qui a protestare, finchè abbiamo voce, perché il nostro ospedale è un bene prezioso”.

Senza mezzi termini, Senigallia si sente penalizzata rispetto ad altri ospedali dell’Area Vasta di appartenenza, mentre le richieste più urgenti riguardano, liste di attesa aperte- Pronto Soccorso a norma- Sanitari a tempo pieno – Case e Ospedali di Comunità.

“Le liste di attesa – conclude Mirella Mazzaferri – sono una cosa vergognosa. Per un elettrocardiogramma che era urgente il mese di febbraio 2023, il Cup mi ha richiamato ad ottobre. Nel frattempo, per forza di cose sono andata a pagamento. Siamo impazziti! Forse, questo è un programma perché la gente deve andare tutta a pagamento?”.