SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Conferenza stampa delle forze politiche legate alla sinistra e al centro sambenedettese, quindi anche della maggioranza. Ci sarà una raccolta firme con una petizione che si avvierà già nel fine settimana. L’intenzione è poi di presentare una mozione già nel Consiglio Comunale del 26 marzo prossimo.
Aurora Bottiglieri: pensiamo che a San Benedetto è interessante fare una petizione e poi una mozione per la Sanità di San Benedetto. Abbiamo tentato di allargare questa richiesta alle altre forze politiche del Consiglio Comunale. Questo perché la giunta Acquaroli ha deciso di cambiare
Mentre il finanziamento pro-capite sanitario regionale con il nuovo Piano di Edilizia Sanitaria è pari a 470 euro, la punta è di 800 euro per Fermo, ma solo 129 per la Provincia di Ascoli.
La nostra non è una lotta tra Ascoli e San Benedetto ma chiediamo che a San Benedetto si spenda come nel resto della Regione.
Chiediamo che questa amministrazione si faccia carico di questa nostra petizione per realizzare a San Benedetto un ospedale di Primo Livello, che ci sia una reale progettazione per il nuovo ospedale che non si faccia all’attuale Madonna del Soccorso.
Per quanto riguarda le Case di Comunità, se ne prevede solo una per San Benedetto, noi chiediamo che anche quelle di Ripatransone e Montalto vengano riqualificato.
L’ospedale Madonna del Soccorso è privo di numerosi reparti, non possiamo aspettare che venga costruito il nuovo ospedale di Primo Livello, dobbiamo far funzionare bene quello che esiste.
Claudio Benigni: Il Pd sambenedettese condivide il tema dell’ospedale di Primo Livello, tema cavalcato dalla destra in maniera strumentale e sappiamo che l’ospedale di Vallata al momento non è possibile. Il Piano Sanitario regionale della destra è privo di qualsiasi visione.
In poco tempo si è passato dall’ospedale di Primo Livello ad un ospedale di Primo Livello su due plessi per poi virare ad una sorta di ospedaletto come l’attuale che non sarà mai di Primo Livello, come dice Antonini della Lega, ad un Piano Sanitario Regionale in cui l’ospedale non c’è più. E non ci vengano a dire che questa è la solita solfa Anconacentrica.
Il Piceno è fanalino di coda rispetto alle altre province con un rapporto che va da 1 a 5 fino a 1 a 8.
La petizione ha l’obiettivo di tornare a parlare coi cittadini, perché il Piano di Edilizia Sanitaria non mette un euro sul Madonna del Soccorso per i prossimi 15 anni. San Benedetto, in crescita demografica e rafforzata, ha bisogno di nuovi servizi, come ufficio vaccinazioni, igiane, disabilità, gestione alimentare.
Solo per San Benedetto è stata prevista una unica Casa di Comunità quando i numeri dicevano che ce ne spettavano almeno due.
Daniele Primavera (Nos): L’amministrazione Acquaroli quando ha fatto un riparto di un fondo extra sulla sanità non ha cambiato la situazione precedente, ma l’ha aggravata. Risorse non ci sono per l’ospedale attuale, ci sono per un ospedale futuro che non sappiamo quando si farà. Siamo molto dubbiosi su questo, crediamo che la città dovrà mobilitarsi e poi il Comune, grazie alla mozione di Aurora Bottiglieri.
Antonini e altri hanno spiegato bene cosa stanno facendo, dobbiamo rispondere.
Loredana Emili (Articolo Uno): Mentre San Benedetto diventava il primo centro della provincia e il quarto delle Marche, i servizi sanitari si riducevano. Quindi la nostra è una operazione verità su quanto la regione promette (è cambiata la musica ma la direzione è sempre quella).
Dall’altro il nostro obiettivo è anche di creare una piattaforma politica che consentirà alla città di richiedere di attivare i servizi sanitari che il Pnrr richiede per la città, anche in termini di medicina territoriale. In Italia si parla di 23 milioni di persone che hanno problemi cosiddetti cronici. Parliamo di servizi, tecnologie e anche personale innovativo, ad esempio telemedicina e lavoro multidisciplinare e in equipe. Dunque spostare l’assistenza da quella esclusivamente ospedaliera a quella territoriale.
Lo standard nazionale è di 40 posti letto per 100 mila abitanti, la medicina di prossimità significa che tu sei vicino a me, facilmente raggiungibili, ma con 20 posti letto ogni 100 mila abitanti è difficile.
Anche per le Case di Comunità abbiamo una sola struttura: noi avevamo Ripatransone e Montefiore che scompaiono del tutto, ne resta soltanto una a San Benedetto che difficilmente può essere “prossima”.
Perché la regione ha mancato l’ennesima occasione? Perché prima di presentare un piano occorreva verificare cosa era l’esistente: ha ripartito in modo tale che nel 2026, a regione, nell’AV 5 avremo 19,5 posti letti per 100 mila abitanti, mentre a Macerata il dato sarà di 49 posti letto ogni 100 mila abitanti.
Non c’è stata nessuna attenzione per il territorio, dove siamo sempre stati virtuosi per spesa farmaceutica e primi nelle Marche per risparmio, ma siamo stati trattati come l’ultima realtà marchigiana.
Fabio Urbinati (Italia Viva): In questa città sono stati avvelenati tutti i pozzi per quanto riguarda la sanità, e la destra è stata brava a sfruttare i risentimenti creati e vincere le elezioni. Il Piano di Acquaroli e Saltamartini dà tutte le risposte che cerchiamo: si scrive di rispettare rigorosamente il Decreto Balduzzi.
Decreto che spiega in maniera inequivocabile cosa sono gli ospedali di Primo o Secondo Livello. Il decreto dice anche che nel Piceno si può realizzare un solo ospedale di Primo Livello, e vogliamo sapere qual è, tra Ascoli e San Benedetto, l’ospedale di Primo Livello.
Qui non possono parlare solo i consiglieri regionali, io spero che con l’Amministrazione Regionale si possa parlare in Consiglio Regionale. Io voglio sapere cosa si intenda per ospedale di Primo Livello su due plessi. Fu fatto con Spacca ma già nel secondo mandato Gaspari vedemmo che non era una soluzione possibile. Nel frattempo investono 30 milioni su Ascoli e niente su San Benedetto.
Denuncio la situazione del Pronto Soccorso: la medicina d’urgenza è stata smantellata, ed era un modello per la Regione. Abbiamo addirittura contattato una cooperativa privata che fa lavori nell’urgenza, è un regalo di Saltamartini ed Acquaroli. San Benedetto in passato si è mossa per molto meno rispetto a quanto sta avvenendo.
Umberto Pasquali (San Benedetto Viva): Noi con Spazzafumo dovremmo prendere l’iniziativa di sedersi con il sindaco di Ascoli Fioravanti e vedere come possiamo programmare la Sanità del futuro. Siamo la provincia più povera della regione e se non risolviamo la diatriba con Ascoli resteremo sempre più poveri.
Vincenzo Amato: A San Benedetto mancano i primari, nascono più bambini ad Ascoli addirittura, io ci vedo addirittura una volontà di far nascere più bambini ad Ascoli. A San Benedetto il 12% dei residenti arriva da Ascoli che hanno la casa qui. D’estate la popolazione raddoppia.