E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dal sindaco di Pieve Torina, paese del maceratese tra i più colpiti dal sisma del 2016. “Il cratere, così, rischia di sprofondare ancor di più. Se, a causa delle bollette elettriche, un esercizio commerciale che ha sempre lavorato, e bene, nel nostro paese, è costretto a chiudere, allora vuol dire che stiamo scomparendo”.
È amaro il commento del sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, di fronte alla comunicazione del titolare di una pizzeria che ha deciso di sospendere l’attività a causa dell’incremento non sostenibile dei costi dell’energia elettrica.
“Fa male al cuore, perché noi tutti, qui, paghiamo le tasse, pur lavorando in contesti emergenziali; e le nostre famiglie, come anche le attività commerciali, spendono di più rispetto a prima perché nelle SAE, come nei container, tutto funziona ad elettricità: niente camini, niente legna da ardere, niente di quella microeconomia che consentiva a tanti di poter tirare avanti. Tutto ciò fa, dei cittadini che hanno deciso di rimanere a vivere qui, gli ultimi. E pensare che ci siamo rimboccati le maniche dopo il sisma, abbiamo superato il covid, insomma una emergenza dopo l’altra. E adesso questa nuova batosta che rischia davvero di metterci ko. Se cominciano a mancare punti di aggregazione, rischia di sfaldarsi il tessuto sociale. La cittadinanza e gli esercenti, tutti insieme, hanno mostrato di saper resistere e cercare soluzioni tant’è che abbiamo costituito a Pieve Torina una comunità energetica per ridurre il devastante impatto della speculazione sul fronte energia. Confidiamo che venga finanziata anche se i tempi non saranno brevissimi. Ecco perché mi rivolgo allo Stato affinché questo appello non rimanga inascoltato: fate qualcosa per la nostra gente, e fatelo subito, non possiamo più aspettare”.