ANCONA – 96 cartelle con frasi in dialetto anconetano, con tante parole, detti e disegni sugli aspetti gastronomici, storici e soprattutto sui modi di dire ad Ancona.
E’ il Tombolò, la cosiddetta tombola anconetana, nata dall’originale idea di due giovani dorici doc: Francesco Tonti e sua moglie Jessica Andreatini.
Il celebre gioco da tavolo natalizio in versione anconetana, è composto da un tabellone, 96 cartelle illustrate, 90 numeri di legno e nessuna schermata per coprire i numeri estratti. Questo perché, per rispettare rigorosamente la tradizione, a riguardo ad Ancona si usano i ceci o la pasta.
Alcuni numeri del Tombolò: 13 per la fontana delle 13 cannelle, 4 per San Ciriaco in onore della festa del Patrono, 3 per “El ca’ de Luzi”, tipica espressione per dire “hai fatto una finaccia”.
Tra i modi di dire anconetani ci sono poi, giusto per citarne alcuni:
“È fadìga a fadigà”,
“Na fava che nun se còce”
“Pià gambò”,
“El pa’ cu l’ojo”,
“La testa pe’ spartì le ‘recchie”,
“Fa’ la boca brencia”,
Mentre per i cibi tradizionali non mancano ovviamente i moscioli, oltre ai paccasassi, i vincisgrassi, el ciambellò.
Insomma, una tombola che racconta tradizione e storia di Ancona e che farà ancora più divertire i giocatori che ci si cimenteranno.