In riunione, da remoto. Alle 18.30. Da una parte i tre curatori fallimentari, Franco Zazzetta (nella foto), Massimiliano Pulcini e Francesco Voltattorni; dall’altra il giudice delegato del Tribunale di Ascoli Piceno, Francesca Calagna. In riunione per stabilire se chiudere subito l’esercizio provvisorio della Sambenedettese Calcio fallita lo scorso 4 maggio oppure indire una seconda asta, probabilmente lunedì 24 maggio.
I curatori hanno depositato una relazione dopo l’assurda mattinata nello studio del notaio Pietro Caserta, in via Togliatti. Una sola offerta, quella della Sambenedettese Srl dei tifosi rossoblù Mariano De Angelis e Luigi Di Matteo (solo il secondo c’era stamattina), dopo il passo indietro di Antonio De Sarlo (con Gianni Moneti). Ma irregolare e quindi irricevibile. Perché la delegazione arrivata in città per contro di Kim Dae Jung, il socio sudcoreano di base in Florida, socio dell’ex presidente rossoblù Domenico Serafino, ha depositato un contabile di bonifico da 103mila euro (il 25 per cento dell’offerta minima da 420mila) e non un assegno circolare non trasferibile, come stabilito dal bando di gara. Nella relazione di cui sopra hanno scritto che l’asta è andata deserta.
Ora Zazzetta, Pulcini e Voltattorni spingerebbero per fissare una seconda asta, vuoi per l’interesse di natura pubblica dell’azienda Samb, vuoi per provare fino all’ultimo a recuperare soldi per pagare i creditori. Ma adesso sta al giudice Francesca Calagna. E di certo i tempi sono strettissimi. Entro il 5 giugno, infatti, va presentata tutta la documentazione per iscriversi al prossimo campionato di serie C, e quindi vanno pagati debiti sportivi, tassa d’iscrizione e contributi, va prodotta la fideiussione a garanzia e vanno ridiscussi i contratti in essere coi calciatori della stagione conclusa il 9 maggio scorso, dopo l’eliminazione dai playoff per mano del Matelica.
La Samb, insomma, resta sul filo del rasoio.